Inizio della giornata, ore 7, la radio trasmette una notizia “…inquietante, le ultime cifre confermano un abbassamento dell’età delinquenziale: oggi i bambini di dieci anni commettono già dei delitti maggiori…”. Qualche momento dopo sulle scale la vostra vicina vi racconta che la sua giovane sorella è stata travolta da una macchina ed ora è in coma. Uscite sulla strada e soffia vento di tempesta. La gola si chiude e il cuore batte più forte. Velocemente vi trovate a pensare alla violenza del mondo, della natura, all’imprevedibilità della morte e della malattia vostra e delle persone che amate. Avete paura.
Una emozione arcaica
In quel momento si è attivata in voi una memoria molto antica. Il vostro cervello rettile e il sistema limbico hanno innescato i loro meccanismi neurofisiologi e psicologici sofisticati. La paura è infatti un sistema di allarme altamente perfezionato. Dalla notte dei tempi, indispensabile per la nostra sopravvivenza, ci informa dei pericoli, risveglia la nostra attenzione per farci trovare rapidamente la soluzione più appropriata per affrontare una minaccia. Chi ama provare paura ama questo stato di ipervigilanza e le sensazioni intense che lo accompagnano. Una tendenza che può talvolta spingere alcune persone ad aumentare le condotte a rischio.
Ma quando questo allarme suona difronte a pericoli immaginari o è attivato da paure del passato lo stato di allerta diventa più frequente talvolta addirittura permanente nei soggetti ansiosi.
Compagna fedele
Senza esserne costantemente consapevoli la paura é presente in noi dalle prime ore di vita. Espulsi dal ventre materno così comodo e sicuro nasciamo nudi, vulnerabili e completamente dipendenti. Come non essere terrorizzati?
Crescendo non dimentichiamo la paura impariamo ad andare avanti nonostante i suoi freni: paura del lupo, del buio, dei ragazzi piu grandi a scuola, degli esami, del primo bacio …e cosi via. In età adulta la paura più frequentemente riportata è quella di perdere il proprio figlio perchè diventare genitore è anche realizzare quanto la vita è preziosa e precaria.
Più avanziamo nella vita più prendiamo coscienza di tutti i rischi insiti nel vivere e piu ci avviciniamo alle tre paure più grandi la malattia, la vecchiaia e la morte contro le quali non possiamo nulla.
Una paura può nasconderne un’altra
Ognuno ha la sua storia personale con la paura, un legame che si è costruito a partire dagli episodi più significativi della sua vita.
Da dove vengono i diversi oggetti sui quali può fissarsi il nostro sentimento di insicurezza? Ai partecipanti di un gruppo di terapia è stato chiesto di redigere una lista delle loro paure. La lista alla fine comprendeva più di un centinaio di paure: dell’autorità, degli OGM, dei camion, di essere nudo, di sporcarsi, di soffocare …etc. La lista oltre ad essere varia si allungava ogni volta che arrivava un nuovo membro nel gruppo. Questo esercizio ha messo in luce che una paura superficiale o circostanziale ci protegge da una paura più profonda. Così la paura ossessiva di perdere i capelli di uno dei partecipanti al gruppo lo preservava dall’entrare in contatto con la sua paura di non essere amato (paura essenziale) che a sua volta mascherava la sua paura esistenziale della solitudine.
Liberarsi delle piccole paure per affrontare quelle grandi non è di per sè una prospettiva allettante ma si tratta del cammino che tutti dobbiamo percorrere.
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