I disagi alimentari
Quali sono le differenti forme di disturbo alimentare?
L’Anoressia Nervosa
- Cos’è l’Anoressia Nervosa?
L’anoressia è una malattia caratterizzata dal timore di diventare grassi, anche in presenza di una oggettiva magrezza. È distorta la percezione corporea; la preoccupazione per il proprio peso è ossessionante, oppure è alterato il rapporto con il cibo, percepito come un nemico. Oltre alla magrezza, che mette a rischio la vita, è presente la perdita del ciclo mestruale. L’anoressia può apparire nella forma restrittiva dove la perdita di peso è ottenuta con dieta, digiuno o eccesso di attività fisica o accompagnato da episodi bulimici seguiti dalla sensazione di perdita di controllo, un profondo senso di colpa, depressione e ansia, seguita dall’eliminazione delle calorie assorbite (vomito, abuso di lassativi e diuretici). L’anoressia si verifica più spesso durante la pubertà, quando il corpo comincia a cambiare. I sintomi compaiono tra i 12 ed i 18 anni, però recentemente sono in aumento i casi di esordio a 8-10 anni. Essa colpisce soprattutto le ragazze, ma sempre più spesso anche ragazzi.
L’anoressica non è una inappetente ma una affamata che lotta con la sua fame e l’anoressia nervosa non è:- Un capriccio alimentare (mania o il rifiuto di un particolare cibo)
- La mancanza di appetito durante una malattia o dopo una contrarietà
- Una dieta normale, dettata da un desiderio di cambiamento, dove l’obiettivo è ragionevole e il peso perso porta soddisfazione
Bulimia
- Cos’è la bulimia?
La bulimia è una malattia complessa, multifattoriale, caratterizzata da crisi compulsive durante le quali l’assunzione di cibo prende proporzioni incontrollabili. La crisi bulimica è solitamente preceduta da un periodo di tensione. La persona si ritrova preda di una sorta di eccitazione, confusione e malessere. L’abbuffata può avvenire in due modi: il primo, meno frequente, prevede una sorta di preparazione rituale, cucinando e apparecchiando la tavola. Il secondo, molto più frequente, è talmente improvviso che la persona si ritrova a mangiare in tutta fretta alimenti cucinati e non. Il cibo non viene gustato, né masticato, spesso viene rubato. L’abbuffata avviene sempre in solitudine e ha fine nel momento in cui si viene sorpresi, il cibo è finito o la quantità è stata talmente elevata da provocare un forte malessere. In seguito all’abbuffata possono presentarsi dolori di stomaco, mal di testa e nausea, nonché forti sensi di colpa, vergogna e umiliazione. L’esito finale è l’addormentamento o il vomito. Successivamente, i ricordi sono confusi, è presente una sorta di oblio, insieme a un senso di vuoto, noia e ansia. Sono frequenti l’abuso di sostanze e, al contrario delle anoressiche, un’iperattività sessuale.
Una crisi bulimica soddisfa le seguenti caratteristiche:- Assunzione in un periodo di tempo limitato, di una quantità di cibo maggiore a quella che la maggior parte delle persone assumono in un periodo di tempo simile e nelle stesse circostanze
- Sensazione di una perdita di controllo sul comportamento alimentare durante la crisi
- Condotte compensatorie inappropriate e ricorrenti volte a prevenire l’aumento di peso, come vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici, enteroclismi o altri farmaci, digiuno, esercizio fisico eccessivo
Iperfagia
- Che cos’è l’iperfagia?
L’iperfagia è una consistente e compulsiva assunzione di cibo senza comportamenti compensatori (vomito, lassativi, sport iperattività, etc). L’abbuffata nell’iperfagia soddisfa due caratteristiche:- Mangiare in un breve periodo di tempo (meno di 2 ore) di una quantità di cibo significativamente superiore a quello che molte persone mangiano nello stesso tempo e nelle stesse circostanze senza che vi sia una sensazione fisica di fame.
- Sensazione di perdita di controllo sul comportamento alimentare durante la crisi (ad esempio, la sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o di non poter controllare quello che si mangia e in che quantità)
Normalmente le abbuffate avvengono di nascosto per evitare che gli altri si accorgano delle elevate quantità di cibo ingerite. Dopo la crisi i soggetti sono pervasi da sentimenti di disgusto di sé, depressione, o senso di colpa per aver mangiato troppo.
In qualsiasi campo della psicologia e a maggior ragione nei disordini alimentari, c’è una regola fondamentale: “più si controllerà, più si perderà il controllo.” Il controllo è un’illusione. L’iperfagia è un buon esempio di questo principio. In molti casi, il disturbo continua e si sviluppa proprio in questa alternanza: periodi di astinenza e lunghe diete lasciano spazio a periodi di trasgressione e compulsioni alimentari