Sempre più spesso ci troviamo a fare i conti con la nostra e l’altrui insoddisfazione. Ma quando l’insoddisfazione si trasforma in disagio psicologico? Cosa definisce un insoddisfatto cronico? Di seguito 10 tratti che delineano il profilo dell’insoddisfatto cronico.
1. Tra delusione e frustrazione
L’insoddisfazione può essere il motore che mobilizza le energie motivandoci ad andare verso la realizzazione di obiettivi e desideri che una volta raggiunti ci fanno sentire soddisfatti di noi stessi, felici per essere riusciti a regalarci una piccola o grande realizzazione di noi. Un insoddisfatto cronico raggiunge raramente la soglia della soddisfazione. Il conseguimento di un obiettivo è spesso vissuto con un sentimento di delusione o di frustrazione.
2. Costantemente sotto pressione
L’insoddisfazione cronica si accompagna spesso alla tendenza al perfezionismo che spinge a fare ogni giorno di più e di meglio e anche se ogni giorno si fa già troppo non è mai abbastanza. La semplice realizzazione di un progetto come organizzare una vacanza o un complenno diviene così fonte di grande pressione.
3. Ipersensibilità al fallimento
L’insoddisfatto cronico non sopporta il fallimento, tanto più se ha fatto di tutto per riuscire. Quanto un risultato sperato non viene raggiunto prendersela con sè, sentirsi amareggiati e rimuginare diventano le sole reazioni possibili e il leitmotiv che suonerà nella testa sarà “Avrei dovuto fare le cose in modo diverso!“. Il fallimento più che essere un’oppurtunità per trarne una lezione positiva fa cadere l’insoddisfatto in una devastante cascata emotiva negativa dalla quale avrà difficoltà ad uscire.
4. Non va mai bene nulla!
L’insoddisfatto non perde mai occasione per lamentarsi. Non è mai soddisfatto neppure quando ottiene ciò che vuole. Se gli regalate dei fiori vi farà notare che non sono i suoi preferiti, non sarà mai il buon momento per fare qualcosa e non gli darete mai la giusta risposta. L’insoddisfatto cronico continua a pensare che vorrebbe che quella tal cosa fosse differente, migliore. Non va mai bene nulla!
5. L’insodisfazione, una ossessione!
L’insoddisfazione stessa diventa un’ossessione quando prende molto più spazio di quanto dovrebbe. Tutto gira attorno ad essa come se gli accadimenti positivi fossero stati soppiantati e il bicchiere resti sempre disperatamente vuoto.
6. La pratica dell’autocritica
L’insoddisfatto cronico è condannato alla riuscita, pena aspre critiche. L’attitudine a criticarsi è marcatamente presente nell’insoddisfatto e ciò spesso è riconducibile ad una educazione tesa a dare maggiore importanza agli errori piuttosto che alla gratificazione e ai progressi.
7. Assenza di aspettative verbalizzate
Tutti abbiamo la tendenza ad aspettarci che gli altri soddisfino i nostri bisogni. Il problema dell’insoddisfatto cronico è doppio. Da una parte le sue aspettative sono alte, troppo alte! Dall’altra la probabilità che esse siano soddisfatte è ulteriormente ridotta dal fatto che non vengono dette con il pretesto che è l’altro a doverle per forza conoscere. L’insoddisfatto invia una serie di segnali ma senza dare all’altro la reale possibilità di percepirli e di rispondervi in modo adeguato.
8. Una felicità condizionata
“Sarebbe stato meglio se…” è il mantra dell’insoddisfatto cronico. Spronato dal bisogno imperativo di avere di più e di meglio l’insoddisfatto si trova nella quasi impossibilità di essere felice. Qualcosa al suo interno lo spinge a continuare la sua ricerca incessante di qualcos’altro che non ha ancora ottenuto: il lavoro dei sogni, il compagno ideale, etc. La difficoltà è insita nel non riuscire a pensare che ha già un qui e un ora che possono essere una fonte di felicità.
9. L’obiettivo inraggiungibile
Per l’insoddisfatto cronico l’obiettivo da raggiungere talvolta supera le capacità delle quali dispone creando così uno scarto tra il sogno e la realtà. Può accadere anche che l’obiettivo che vuole raggiungere sia sfocato, poco definito e mobilizare tutte le sue energie per raggiungerlo può rivelarsi una impresa difficile con tutte le frustrazioni che ne conseguono.
10. I messaggi di chi sta attorno
Mentre l’insoddisfatto è certo di non fare mai abbastanza, le persone che lo circondano potrebbero inviargli un messaggio del tutto diverso. Dei feedback del tipo “Fai troppo! Goditi questo momento, non vedi come stiamo bene?” se ripetuti con costanza sarebbero di grande aiuto anche se l’insoddisfatto cronico raramente prende le necessarie distanze per vedere il proprio comportamento sotto una diversa e giusta prospettiva.
Se vi siete riconosciuti o avete riconosciuto un vostro prossimo in tutti o in alcuni di questi punti prendetevi del tempo per riflettere su quanto state condizionando la vostra vita e la vita di chi vi sta accanto e provate ad immaginare di spezzare la catena dell’insoddisfazione rivolgendovi ad un professionista del benessere.
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Dr.ssa Laura Peveri, .
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