Fare tacere il proprio giudice interiore è una delle condizioni per coltivare la propria autostima.
Marie-Laure Cuzacq
Affermarsi professionalmente, coltivare le proprie amicizie, trovare l’amore o semplicemente stare bene con se stessi. Questi sono alcuni degli obiettivi che noi tutti perseguiamo e che richiedono stima di sé.
L’autostima è sia fonte che conseguenza delle nostre azioni e dei nostri pensieri. È un concetto complesso che restituisce al contempo una descrizione dell’essere umano in se stesso e dell’essere umano in interazione con gli altri.
Difficile coltivare una buona stima di sé. Spesso viene più naturale denigrarsi o svalutarsi che riconoscere qualità, punti di forza e competenze personali. Nonostante ciò una buona autostima è essenziale per il conseguimento del proprio equilibrio e l’affermazione di sé stessi.
Ecco dieci consigli mirati a rinforzare la capacità di credere in noi stessi.
- Differenziare la personalità dalle capacità.
L’autostima globale corrisponde a come giudichiamo l’interezza della nostra persona. Tale giudizio dovrebbe essere differenziato dalla valutazione delle nostre diverse competenze in altrettanti diversi domini. Per esempio un persona può avere una buona stima di sé pur essendo consapevole di essere disordinata. Privilegiare questo approccio consente di avere una visione di sé più complessa e corretta.
La psicologa americana Susan Harter ha identificato cinque aree di valutazione di sé: competenza scolastica, competenza sportiva, accettazione sociale, aspetto fisico, condotta comportamentale. A questi cinque assi la Harter ne ha aggiunti altri tre applicabili agli adulti: competenza professionale, competenza nelle relazioni sentimentali e competenza nella creazione e mantenimento delle amicizie profonde.
Questo modo di misurare l’autostima consente di minimizzare fallimenti e delusioni. Meglio non basare tutta la propria autostima su uno solo degli assi elencati, rischiando ad esempio in caso di fallimento professionale di pensare che anche tutto il resto sia privo di valore e importanza.
- Accettare di non essere perfetti
Accettare sé stessi non sempre è facile ma è necessario per il raggiungimento della felicità. È bene imparare ad accettarsi con le proprie imperfezioni e maturare la consapevolezza che la realtà non corrisponde all’immagine ideale di noi stessi.
Bisogna inoltre evitare di deresponsabilizzarsi considerandosi come una vittima. È più facile prendersela con gli altri che con se stessi quando le cose non funzionano ma questo atteggiamento priva in caso di successo di parte degli allori che avreste potuto raccogliere. Infine ricercare l’accettazione da parte degli altri è inutile se non vi accettate voi per primi.
- Coltivare l’autoaffermazione
L’affermazione di sé è una questione di unicità, di connessione con i propri bisogni e sentimenti e di capacità di saper vivere ponendosi le giuste domande: ho veramente voglia di andare a quella cena? Di cosa ho bisogno per stare bene in questo momento?
Bisogna osare ed essere se stessi continuando ad essere attenti agli altri al fine di trovare un compromesso tra i propri bisogni e quelli altrui.
- Metter a tacere il proprio giudice interiore
In presenza di bassa autostima prendono il sopravvento in modo automatico una serie di giudizi lapidari su sé stessi. Giudizi che deformano la realtà in base ai comandi dello schema cognitivo personale: non vali niente, non ci riuscirai mai, tutti mi detestano, non merito di essere amato etc.
Per mettere a tacere il proprio giudice interiore occorre fare ricorso a pensieri razionali che hanno il potere di controbilanciare i giudizi negativi.
Il primo passo consiste nell’imparare a isolare tali giudizi che tendono ad essere fugaci. Per esempio nel caso in cui il giudizio sia “io non valgo” ci si può domandare “sto rivolgendo a me stesso un critica costruttiva? se devo acquisire valore quali sono i mezzi e le strade che posso esplorare per fare meglio?” Occorre confrontare i giudizi negativi con la realtà per assicurarsi della loro infondatezza.
- Osare dire ” NO”
Osare dire “NO” non è semplicemente non fare quello che non si ha voglia di fare o quello che non si può fare per una buona ragione. È un modo di proteggere la propria autostima privilegiando i propri bisogni, energie, tempi, denaro per consacrarli a delle attività che ci appaiono più importanti. D’altronde un SI detto contro voglia genera frustrazione e azioni spesso sciatte che fanno correre il rischio di essere rimproverati.
Saper dire di no richiede fermezza e può aiutare tenere a mente che si dice no alla domanda non alla persona. Per far accettare meglio il no si può cercare insieme al proprio interlocutore delle alternative possibili riguardanti la sua domanda. Se non si è sicuri si può cominciare a dire no a persone meno importanti per voi (un venditore per esempio), poi aumentate progressivamente la difficoltà. Non dimenticatevi: quando si dice NO ad un altro si dice SI a sé stessi.
- Saper accettare le critiche
Si può vedere la critica come un insulto e rifiutarla screditando anche l’autore o al contrario prenderla alla lettera perché non fa che confermare il nostro poco valore. Nella maggior parte dei casi la critica è costruttiva e se considerata come tale permette di fare progressi e condurre ad una migliore conoscenza di sé. Sapendo però che è necessario distinguere tra la critica incondizionata che è un giudizio di valore sulla nostra persona come ad esempio “sei una persona incompetente”, dalle critiche mirate ad un aspetto preciso del nostro comportamento. In caso di critiche troppo generali può essere utile porre delle domande “puoi dirmi come migliorarmi? cosa non va esattamente?”.
- Darsi degli obiettivi realistici
Sognare è indispensabile, ci dona il modo di continuare a vivere e andare avanti. Ma un obiettivo deve essere pragmatico, misurabile, in una parola accessibile. Deve tenere in considerazione le nostre reali competenze e le energie disponibili. È bene ricordarsi che l’autostima si nutre di azioni, di piccoli o grandi successi quotidiani non di illusioni.
- Non paragonarsi o imitare bensì ispirarsi
Le persone con scarsa autostima spesso cercano rassicurazione attraverso l’imitazione dei loro modelli come facevano da adolescenti. Imitare o paragonarsi equivale a negare la propria personalità, i propri bisogni e desideri profondi. C’è anche il rischio di passare tutta la vita a rincorrere delle chimere impossibili da raggiugere. L’ideale è quindi di ispirarsi a persone che abitano la nostra quotidianità. Ci sono tante persone che fanno del bene agli altri. Possiamo osservarli, parlarci e arricchirci mutualmente, in sintesi ispirarci ad essi.
- Fare dei complimenti
I complimenti stimolano sentimenti positivi in entrambi le persone coinvolte nell’interazione: uno riceve il riconoscimento che cerca (magari inconsciamente) e del quale ha bisogno, l’altro sperimenta la soddisfazione di fare del bene al prossimo. Ma perché il complimento conservi il suo valore deve essere sincero e non deve essere ripetuto troppo spesso.
- Chiedere l’aiuto di un professionista.
Talvolta possiamo impegnarci e sperimentare tutte le tecniche di miglioramento della autostima ma non c’è niente da fare, persiste quel sentimento di poco valore. In questi casi se il disagio è invalidante è necessario fare ricorso ad un terapeuta che può aiutare a comprendere e modificare i meccanismi messi in opera dalla nostra psiche. Puoi rivolgerti a Dr.ssa Laura Peveri Psicologa Milano