Smascherare i bugiardi è diventata un’industria che fattura milioni di dollari. L’obiettivo principale delle miriadi di aziende che offrono servizi di riconoscimento è infatti individuare chi mente su ste stesso e sulle proprie intenzioni: personaggi potenzialmente pericolosi come terroristi o rapinatori, ma anche come gli impiegati infedeli che fanno la spia ai concorrenti.
Per distinguere tra sinceri e bugiardi queste società si servono di un armamentario sempre più complesso di tecnologie che vanno dalla classica macchina della verità all’analisi vocale fino al rilevamento delle impronte celebrali. Tuttavia, la stragrande maggioranza delle bugie le raccontano le persone comuni, fuori dalla portata di sofisticate strumentazioni. Escludendo dal computo le menzogne gentili (“che buono questo sugo” “che bel vestito che hai”) ciascuno di noi dice in media due bugie al giorno. Certo si tratta quasi sempre di peccati veniali, che anzi a volte rendono più facile la convivenza con gli altri tanto che gli anglosassoni le chiamano “bugie bianche”.
Ma purtroppo non sempre è così. E allora non sarebbe bello poter smascherare il collega che mente per metterci nei guai con il capo, scoprire se nostro figlio ha davvero passato il pomeriggio a studiare, capire se il marito ha una cena di lavoro o un appuntamento galante? Bene anche senza macchinari qualche trucco per smascherare i bugiardi c’è.
Ne suggerisce diversi DePaulo che si dedica a questa linea di ricerca da oltre vent’anni. Anzitutto e contrariamente a ciò che si potrebbe pensare il bugiardo non appare né incerto né nervoso. Ma attenzione al suo tono di voce: la bugia è pronunciata con un timbro un po’ più alto del normale. Un altro segnale fisico che può tradire sono le pupille: spesso chi sta mentendo le ha più dilatate. Le ricerche effettuate hanno permesso di stabilire che c’è un rapporto tra l’intensità della motivazione alla menzogna e i segnali involontari lanciati dal bugiardo. Chi rischia molto se sarà scoperto ha un atteggiamento del corpo più rigido e tende a evitare il contatto degli occhi. Più desidera farla franca inoltre più secche e rapide saranno le sue repliche alle domande a cui si è preparato a rispondere. Spesso però si tratta di risposte in cui alcune parole e a volte persino frasi intere sono ripetute in modo automatico e dove le negazioni compaiono più frequentemente. E se è colto di sorpresa prima di rispondere il bugiardo fa una pausa più lunga del normale.
Sospettosissime infine sono le storie troppo perfette, in cui vengono forniti volontariamente troppi dettagli tesi a confermare la verità. Smascherare i bugiardi insomma è possibile sia pure con qualche cautela: individuare una bugia non è una scienza esatta.